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09 September, 2011

4° Pellegrinaggio Nazionale delle Famiglie per la Famiglia
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Alcune famiglie dell' ass. FNC parteciperanno al 4° Pellegrinaggio Nazionale delle Famiglie per la Famiglia che si terrà ad Ancona, sabato 10 settembre, eccezionalmente nell’ambito del XXV Congresso Eucaristico Nazionale.
Come ormai tradizione, il Pellegrinaggio è promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) in collaborazione con l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei, il Forum delle Associazioni familiari ed ha il patrocinio del Consiglio per la famiglia.
Per combattere la profonda crisi spirituale che la famiglia sta attraversando e che, oggi più che mai, è la madre di tutte le crisi, il RnS ripropone la più potente “arma spirituale” di cui il cristianesimo dispone: la preghiera e l’unità nella fede. È questo lo spirito che animerà l’evento sotto lo sguardo della Madonna di Loreto.
Il Pellegrinaggio sarà, ancora una volta, un corale gesto di preghiera nel quale genitori e figli, nonni e nipoti, giovani e anziani testimonieranno la bellezza della vita e l’originalità della famiglia cristiana. Durante il percorso di circa 4 Km, tra canti, testimonianze, preghiere e silenzi, sarà recitato il “Rosario della famiglia”, una selezione di sette misteri in cui verrà contemplato il cammino della famiglia cristiana.
Nel dettaglio il programma della giornata prevede: h. 9.00, accoglienza presso il Palaindoor-Campo di Atletica “Conti” di Ancona; h. 10.00, arrivo della statua della Madonna portata in processione da una delegazione di giovani; animazione, preghiera e canti a cura del Servizio nazionale della musica e del canto RnS; interventi e testimonianze moderate da mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare di L’Aquila; saluti di Salvatore Martinez, presidente nazionale RnS, don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei, Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari; lectio divina di don Carlo Rocchetta, fondatore della Casa della Tenerezza di Perugia; h. 11.30, Celebrazione Eucaristica presieduta dal card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia; h. 13.00, pausa pranzo; h. 14.00, inizio del Pellegrinaggio e “Rosario della famiglia”; h. 16.00, arrivo nell’area portuale “Fincantieri” di Ancona, saluto di mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo e presidente del Comitato organizzatore del XXV Congresso eucaristico nazionale, recita di due speciali Atti di affidamento alla Vergine da parte delle famiglie e dei bambini alla vigilia del nuovo anno scolastico; h. 17.00, incontro di testimonianze “Al centro della Vita - Mille famiglie, una sola famiglia” in diretta su RaiUno; h. 21.00, veglia di preghiera, nella Chiesa di S. Domenico, presieduta dal card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI.
“In un mondo che cambia – ha commentato il Martinez – la famiglia cristiana sta vivendo il trasformismo di una laicità privata di realismo e di idealismo cristiani. Se vogliamo responsabilmente educare al bene e al bene comune i nostri figli, in un contesto storico in cui le defezioni del mondo degli adulti sono sempre più evidenti, dobbiamo evitare che accada la più insopportabile delle omissioni: privare l’avvenire delle nuove generazioni della presenza viva di Gesù”.
“Niente più della preghiera – ha sottolineato poi – tiene unito il filo d’oro della trasmissione della fede in famiglia. Per questo ci facciamo ancora pellegrini, sulle orme della nostra fede, pregando insieme i 'sette misteri' del Rosario della Famiglia sotto la protezione della Madonna di Loreto che presenzierà il nostro solenne gesto, portando nel cuore la grande speranza del riscatto spirituale e sociale della famiglia”.

26 August, 2011

Il mondo ha bisogno certamente di Dio, ha bisogno della testimonianza della vostra fede
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Cari giovani,
con la celebrazione dell’Eucaristia giungiamo al momento culminante di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Nel vedervi qui, venuti in gran numero da ogni parte, il mio cuore si riempie di gioia pensando all’affetto speciale con il quale Gesù vi guarda. Sì, il Signore vi vuole bene e vi chiama suoi amici (cfr Gv 15,15). Egli vi viene incontro e desidera accompagnarvi nel vostro cammino, per aprirvi le porte di una vita piena e farvi partecipi della sua relazione intima con il Padre. Noi, da parte nostra, coscienti della grandezza del suo amore, desideriamo corrispondere con ogni generosità a questo segno di predilezione con il proposito di condividere anche con gli altri la gioia che abbiamo ricevuto. Certamente, sono molti attualmente coloro che si sentono attratti dalla figura di Cristo e desiderano conoscerlo meglio. Percepiscono che Egli è la risposta a molte delle loro inquietudini personali. Ma chi è Lui veramente? Come è possibile che qualcuno che ha vissuto sulla terra tanti anni fa abbia qualcosa a che fare con me, oggi?Nel Vangelo che abbiamo ascoltato (cfr Mt 16,13-20) vediamo descritti due modi distinti di conoscere Cristo. Il primo consisterebbe in una conoscenza esterna, caratterizzata dall’opinione corrente. Alla domanda di Gesù: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’Uomo?», i discepoli rispondono: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Vale a dire, si considera Cristo come un personaggio religioso in più di quelli già conosciuti. Poi, rivolgendosi personalmente ai discepoli, Gesù chiede loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro risponde con quella che è la prima confessione di fede: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». La fede va al di là dei semplici dati empirici o storici, ed è capace di cogliere il mistero della persona di Cristo nella sua profondità.

Però la fede non è frutto dello sforzo umano, della sua ragione, bensì è un dono di Dio: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne, né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli». Ha la sua origine nell’iniziativa di Dio, che ci rivela la sua intimità e ci invita a partecipare della sua stessa vita divina. La fede non dà solo alcune informazioni sull’identità di Cristo, bensì suppone una relazione personale con Lui, l’adesione di tutta la persona, con la propria intelligenza, volontà e sentimenti alla manifestazione che Dio fa di se stesso. Così, la domanda «Ma voi, chi dite che io sia?», in fondo sta provocando i discepoli a prendere una decisione personale in relazione a Lui. Fede e sequela di Cristo sono in stretto rapporto. E, dato che suppone la sequela del Maestro, la fede deve consolidarsi e crescere, farsi più profonda e matura, nella misura in cui si intensifica e rafforza la relazione con Gesù, la intimità con Lui. Anche Pietro e gli altri apostoli dovettero avanzare per questo cammino, fino a che l’incontro con il Signore risorto aprì loro gli occhi a una fede piena.

Cari giovani, anche oggi Cristo si rivolge a voi con la stessa domanda che fece agli apostoli: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispondetegli con generosità e audacia, come corrisponde a un cuore giovane qual è il vostro. Ditegli: Gesù, io so che Tu sei il Figlio di Dio, che hai dato la tua vita per me. Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola. Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita nelle tue mani. Voglio che Tu sia la forza che mi sostiene, la gioia che mai mi abbandona.

Nella sua risposta alla confessione di Pietro, Gesù parla della Chiesa: «E io a te dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Che significa ciò? Gesù costruisce la Chiesa sopra la roccia della fede di Pietro, che confessa la divinità di Cristo.

Sì, la Chiesa non è una semplice istituzione umana, come qualsiasi altra, ma è strettamente unita a Dio. Lo stesso Cristo si riferisce ad essa come alla «sua» Chiesa. Non è possibile separare Cristo dalla Chiesa, come non si può separare la testa dal corpo (cfr 1Cor 12,12). La Chiesa non vive di se stessa, bensì del Signore. Egli è presente in mezzo ad essa, e le dà vita, alimento e forza.

Cari giovani, permettetemi che, come Successore di Pietro, vi inviti a rafforzare questa fede che ci è stata trasmessa dagli Apostoli, a porre Cristo, il Figlio di Dio, al centro della vostra vita. Però permettetemi anche che vi ricordi che seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella comunione della Chiesa. Non si può seguire Gesù da soli. Chi cede alla tentazione di andare «per conto suo» o di vivere la fede secondo la mentalità individualista, che predomina nella società, corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo, o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui.

Aver fede significa appoggiarsi sulla fede dei tuoi fratelli, e che la tua fede serva allo stesso modo da appoggio per quella degli altri. Vi chiedo, cari amici, di amare la Chiesa, che vi ha generati alla fede, che vi ha aiutato a conoscere meglio Cristo, che vi ha fatto scoprire la bellezza del suo amore. Per la crescita della vostra amicizia con Cristo è fondamentale riconoscere l’importanza del vostro gioioso inserimento nelle parrocchie, comunità e movimenti, così come la partecipazione all’Eucarestia di ogni domenica, il frequente accostarsi al sacramento della riconciliazione e il coltivare la preghiera e la meditazione della Parola di Dio.

Da questa amicizia con Gesù nascerà anche la spinta che conduce a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza. Non è possibile incontrare Cristo e non farlo conoscere agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno certamente di Dio. Penso che la vostra presenza qui, giovani venuti dai cinque continenti, sia una meravigliosa prova della fecondità del mandato di Cristo alla Chiesa: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16,15). Anche a voi spetta lo straordinario compito di essere discepoli e missionari di Cristo in altre terre e paesi dove vi è una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi e, scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici, non si lasciano sedurre dalle false promesse di uno stile di vita senza Dio.

Cari giovani, prego per voi con tutto l’affetto del mio cuore. Vi raccomando alla Vergine Maria, perché vi accompagni sempre con la sua intercessione materna e vi insegni la fedeltà alla Parola di Dio. Vi chiedo anche di pregare per il Papa, perché come Successore di Pietro, possa proseguire confermando i suoi fratelli nella fede. Che tutti nella Chiesa, pastori e fedeli, ci avviciniamo ogni giorno di più al Signore, per crescere nella santità della vita e dare così testimonianza efficace che Gesù Cristo è veramente il Figlio di Dio, il Salvatore di tutti gli uomini e la fonte viva della loro speranza

14 August, 2011

Il Papa ai giovani di Madrid:
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"Oggi i nostri pensieri vanno ai giovani che si stanno radunando a Madrid per la Giornata mondiale della gioventù". Lo ha detto Papa Benedetto XVI nei saluti in francese dopo l'Angelus recitato nel palazzo apostolico di Castelgandolfo. "Mentre mi preparo a raggiungerli, vi chiedo di accompagnarci con le vostre preghiere per i frutti spirituali di questo importante evento. Possa Dio - ha concluso - benedirvi con abbondanza". Il Pontefice ha invitato a meditare "sul tesoro della fede che ci è stato trasmesso, e ad accoglierlo con gratitudine".


Il raduno mondiale dei giovani si apre il 16 a Madrid, e il Papa arriverà il 18 per le giornate conclusive, che prevedono vari momenti di incontro con i ragazzi, dalla confessione che impartirà personalmente a tre di loro, al pranzo allo stesso tavolo con 12 giovani dai 5 continenti, alla veglia di preghiera con lo scambio di domande e risposte tra Benedetto XVI e i giovani, alla messa conclusiva. Molti giovani sono già in Spagna da alcuni giorni, nelle varie città, tra cui Valencia, Barcellona, Pamplona, Granada, per i gemellaggi tra diocesi in preparazione alla Gmg vera e propria. Benedetto XVI ha rinnovato il saluto a quanti sono in partenza per Madrid o già vi si trovano in vista della Gmg, sia nei saluti in spagnolo che in quelli in italiano.


La riflessione di papa Ratzinger durante l'Angelus è partita da un brano del Vangelo di Matteo che narra il dialogo tra Gesù e la donna cananea che ha una figlia indemoniata. Nel dialogo papa Ratzinger vede un insegnamento sul modo di rapportarsi a Dio e per crescere nella fede. "Ogni giorno - ha spiegato - il nostro cuore deve vivere l'esperienza della conversione, passare dall'uomo ripiegato su se stesso, all'uomo aperto all'azione di Dio, all'uomo spirituale che si lascia interpellare dalla Parola del Signore e apre la propria vita al suo Amore". Nel dialogo, ha commentato il Papa, "può sembrare sconcertante il silenzio di Gesù, tanto che suscita l'intervento dei discepoli, ma non si tratta di insensibilità al dolore di quella donna. Sant'Agostino - ha ricordato ancora Benedetto XVI - commenta: 'Cristo si mostrava indifferente verso di lei, non per rifiutarle misericordia ma per infiammarne il desiderio". Papa Ratzinger ha quindi auspicato che l'uomo possa vivere "l'esperienza della conversione, passare dall'uomo ripiegato su se stesso, all'uomo aperto all'azione di Dio, all'uomo spirituale che si lascia interpellare dalla Parola del Signore e apre la propria vita al suo Amore".


Il Papa, salutando in polacco un gruppo di pellegrini giunti a Castelgandolfo per la recita dell'Angelus, ha rivolto loro "un saluto cordiale. Oggi - ha ricordato - ricorre il settantesimo anniversario del martirio di san Massimiliano Kolbe nel campo di sterminio di Auschwitz. Il suo eroico amore e segno luminoso della vittoriosa presenza di Dio nel dramma umano dell'odio, della sofferenza e della morte".


Nei saluti in spagnolo dopo l'Angelus, recitato dal palazzo apostolico di Castelgandolfo, il Papa ha inoltre salutato "con affetto in particolare i fedeli di Cuba, accompagnati dal cardinale Jaime Ortega Alamino che - ha ricordato - compiono il primo pellegrinaggio di cubani ai sepolcri degli apostoli, e rinnovo la mia vicinanza e il mio affetto a tutti i figli di questo amato Paese". I pellegrini cubani innalzavano uno striscione che invita Benedetto XVI a visitare la loro Patria. Saluti anche per i ragazzi di Colombia, Venezuela e Argentina in procinto di recarsi a Madrid per la Gmg.


Sede Nazionale via Breda 18 Castel Mella (BS) Tel. 030 2583972

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