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02 May, 2013

Se non fossi stata amata così tanto non sarei viva
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La testimonianza di Gianna Emanuela Molla, in un convegno in memoria della madre canonizzata
Di Irene Bertoglio
MAGENTA, 30 Aprile 2013 (Zenit.org) - «Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete, e lo esigo, il bimbo». L’esortazione appartiene a Santa Gianna Beretta Molla, che l’Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Italiani (AGOIC), ha voluto ricordare proprio alla vigilia del 51° anniversario dalla morte nella sua città natale, Magenta.
Per l’occasione sono stati invitati gli esponenti più solerti nella difesa della vita fin dal suo concepimento, da illustri medici a magistrati a testimoni di vita vissuta.
Lo scopo dell’incontro dal titolo Il tempo del dono: scienza, etica e diritto per la vita nascente è stato esposto dal prof. Piero Capetta, già Ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Milano: far riflettere sul riconoscimento del volto umano dell’embrione in un periodo storico in cui il riduzionismo scientifico e le manipolazioni ideologiche hanno contribuito a produrre una mentalità contro la vita.
Il prof. Giuseppe Noia, docente di Medicina dell’Età Prenatale all’Università Cattolica di Roma, ha affermato che «nella fecondazione, due cellule sessuali si fondano, creando una relazione», mentre i tentativi di camuffare la dignità dell’embrione partono sempre da una divisione, come nel caso in cui «la fecondità viene separata dalla sessualità».
Il dott. Angelo Filardo ha aggiunto che il metodo naturale di Billings, «se seguito regolarmente, porta a una mentalità di apertura alla vita, ma oggi poco se ne parla perché le multinazionali delle contraccezioni hanno notevoli fondi economici».
Principale scopo del convegno è stato quello di diffondere una vera conoscenza scientifica per contrastare l’informazione superficiale dilagante; in questa direzione è andato anche l’interessante intervento del prof. Luigi Frigerio, presidente della Società Italiana di Chirurgia Ginecologica.
Il tema affrontato è quello dei tumori in gravidanza, al fine di porre attenzione alla protezione del feto dalle cure oncologiche. Una questione particolarmente delicata riguarda la patologia prenatale del Trisoma 18, trattato dalla Prof.ssa Patrizia Vergani, la quale ha sottolineato l’importanza di un counceling non affrettato ma realistico da parte del personale medico, che non proponga soltanto l’aborto come “soluzione” alla situazione drammatica, in quanto «non è comunque corretto affermare che sia una condizione letale».
Il prof. Noia ha integrato l’argomento illustrando l’esistenza di terapie fetali invasive che permettono di ridare speranza in casi di patologie molto gravi.
Proseguendo con la stessa scientificità degli interventi precedenti, il dott. Renzo Puccetti ha approfondito la materia delle pillole contraccettive, evidenziandone rischi spesso e volentieri tenuti nascosti all’opinione pubblica.
L’informazione consapevole dovrebbe essere tra i punti programmatici cardine dello staff medico, come ha evidenziato il dott. Antonio Oriente, vicepresidente AIGOC: «noi medici, e non solo cattolici, abbiamo giurato di tutelare la vita e dobbiamo proclamare la verità».
Pertanto, alla luce di numerosi studi sul rapporto tra diversi tumori e aborto indotto, Oriente ha affermato che «esiste tra i medici una disonestà intellettuale: se gli studi ci sono, perché non vengono divulgati?».
Altro attuale tema affrontato durante la giornata è quello sull’obiezione di coscienza. A parere del Dott. Nicola Natale, Presidente di Scienza e Vita di Milano, «gli obiettori di coscienza sono da sempre accusati di essere troppi, ma statisticamente non possono essere considerati “colpevoli” delle diminuzioni delle IVG […] Gli obiettori di coscienza danno fastidio alla società perché questa si accorge di non poter regolare tutte le azioni dell’uomo».
Il dott. Giacomo Rocchi, magistrato, ha aggiunto che l’obiezione di coscienza è un «diritto inviolabile» e che «nessun medico può essere obbligato a sopprimere un embrione». Ha fatto poi notare come oggi vi sia una legittima attenzione verso il mondo animale, non altrettanto fervente purtroppo nei confronti della vita embrionale: «esiste l’obiezione di coscienza verso le sperimentazioni sugli animali e contemporaneamente vi è un’aggressione continua verso l’obiezione di coscienza nei confronti degli embrioni…».
Informare correttamente sull’aborto significa anche discutere della sindrome post-aborto e dei rischi dell’aborto indotto per la salute psichica della donna. La psicoterapeuta Cinzia Baccaglini, trattando di questo aspetto, oggi più che sottovalutato, ha sottolineato l’importanza di non “angelizzare” il bambino abortito e di non oggettivare il seppellimento tramite pseudo-riti con scarpine e biberon.
Le due testimonianze di Carlo Mocellin, marito della Serva di Dio Maria Cristina Cella, e della dott.ssa Gianna Emanuela Molla, figlia della Santa, hanno rappresentato il gioiello culturale e spirituale dell’evento. Carlo ha raccontato tra le altre cose che «Cristina voleva il meglio per sé e si chiedeva quale fosse la sua vocazione», scoprendo così che «quello che desidera il nostro cuore è vero».
Cristina, al pari di Santa Gianna, non ha voluto curare un tumore per non danneggiare il figlio nel grembo. Gianna Emanuela, frutto del dono incondizionato della sua Santa madre, ha testimoniato commossa: «Se non fossi stata amata così tanto non sarei viva».
Infine, come ha ricordato don Edoardo Algeri, «non c’è niente di più bello per un bambino dell’essere accolto tramite il dono di se stessi come stile di vita e di dedizione incondizionata e gratuita».

25 March, 2013

La famiglia, scuola d’amore e gratitudine
di -


La famiglia, scuola d'amore e gratitudine
Mons. Vincenzo Paglia a Ginevra sul tema "Diritti umani e Famiglia"
GINEVRA,
18 Marzo 2013 (Zenit.org) - Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Vincenzo Paglia, è intervenuto oggi all’incontro promosso dall’Osservatorio permanente sulle Missioni della Santa Sede alle Nazioni Unite insieme ad altre organizzazioni internazionali con sede a Ginevra, sul tema: Promuovere i diritti umani e la libertà attraverso la difesa legale e sociale della famiglia (“Promoting Human Rights and Freedoms through legal and social Protection of the Family”).
Ha introdotto i lavori Sua Ecc. l’Arcivescovo Silvano M. Tomasi, Nunzio apostolico presso l’Osservatorio della Santa Sede. Ha moderato l’incontro l’Ambasciatrice straordinaria plenipotenziaria rappresentante permanente del Regno dello Swaziland (Africa meridionale), Thembayena Annastasia Dlamini. Relatori, con mons. Paglia: il Prof. Xavier Lacroix, docente all’Università cattolica di Lione e membro del Comitato nazionale consultivo sull’etica in Francia, e Michele Schumacher, ricercatore presso l’Università di Friburgo, in Svizzera.
Mons. Vincenzo Paglia ha presentato una relazione sul tema: “La famiglia, risorsa per la società”, nel Ventesimo Anniversario dell’Anno Internazionale sulla Famiglia e nel Trentesimo Anniversario della Carta dei Diritti della Famiglia della Santa Sede.
Ad introduzione del suo intervento, il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ha ricordato che, in occasione degli Anniversari, il Dipartimento degli Affari economici e sociali del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, quest’anno, ha ribadito «l’opportunità di rimettere al centro il ruolo delle famiglie per lo sviluppo, anche condividendo le buone pratiche di politiche familiari, prendendo in esame i cambiamenti nella concezione della famiglia e suggerendo soluzioni».
La famiglia è un diritto umano fondamentale, ha detto mons. Paglia. «La famiglia è l’unità fondamentale della società umana. In essa le generazioni si incontrano, si amano, si educano, si aiutano l’un l’altra e vivono il passaggio da un’età all’altra. E questa concezione della famiglia è stata accolta da tutte le culture nel corso della storia, come riconosce la Dichiarazione universale dei Diritti Umani: “Uomini e donne di ogni età, senza limitazioni di razza, nazionalità o religione, hanno il diritto di sposarsi e fondare una famiglia”».
Il Presidente ha, quindi, ricordato come la Carta dei Diritti della Famiglia riaffermi l’importanza strategica del ruolo della famiglia nella società. Già nel Preambolo si legge: «I diritti della persona, seppure espressi come diritti dell’individuo, hanno una dimensione sociale fondamentale, che trova una innata e vitale espressione nella famiglia, fondata sul matrimonio, come intima unione di vita nella complementarietà tra un uomo e una donna, che è costituita nell’unione indissolubile del matrimonio, liberamente contratta ed espressa pubblicamente, aperta alla trasmissione della vita».
Dunque, «La famiglia è la risorsa fondamentale della società, la fonte primaria del capitale sociale e il diritto principe dell’umanità La stessa stabilità della società dipende, di pari passo, dalla stabilità della famiglia, da cui scaturisce».
Si può, infatti, affermare senza dubbio che «la famiglia, composta da madre, padre e figli, nonostante i tanti attacchi cui è soggetta, ha il primo posto nel cuore della gente di ogni parte del mondo, e tutte le ricerche e gli studi al riguardo rivelano che la maggior parte dei giovani guardano con gioia alla famiglia come unione che dura tutta la vita tra moglie e marito». Purtroppo, però, «questa concezione è opposta alle correnti culturali che considerano impossibile amare qualcuno per sempre. Ci sono giovani che possono professare con entusiasmo amore eterno per la squadra di calcio preferita, ma non possono dire lo stesso per la propria moglie».
Sulla base di ricerche e studi anche sociologici promossi dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Paglia ha affrontato quattro argomenti fondamentali di ogni trattazione sulla famiglia: la coppia e il matrimonio, i rapporti intergenerazionali, la famiglia e il lavoro, famiglia e capitale sociale.
«Il matrimonio è un valore aggiunto per le persone e per la società, in quanto rafforza la qualità della relazione nella coppia e ha importanti effetti (biologici, psicologici, economici e sociali) per bambini e adulti. La stabilità delle relazioni familiari è un bene prezioso e quando è carente tutti i membri ne risentono negativamente. In particolare, la stabilità del matrimonio è determinante per una socializzazione positiva dei minori».
«L’esperienza di solidarietà tra generazioni nelle famiglie naturali è molto più frequente e profonda che in altre forme di convivenza. I bambini che vivono con i loro genitori biologici godono perlopiù di migliore salute fisica e psicologica e mostrano maggiore fiducia e speranza nella vita. Studi su tre tipi differenti di strutture familiari – famiglie bi genitoriali, famiglie allargate e famiglie mono-genitoriali – mostrano la maggiore fragilità degli ultimi due modelli. Nelle cosiddette famiglie allargate, i genitori hanno maggiori difficoltà nell’espletare il loro ruolo educativo. Nelle famiglie con un solo genitore o separate sono caratterizzate da una maggiore sfiducia nel contesto sociale e una maggiore incidenza nei minori di problematiche psicologiche e stati di ansietà».
«La famiglia costituisce una fonte risorsa preziosa per il mondo del lavoro, tanto più maggiormente quando il mondo del lavoro beneficia la famiglia. E dunque, riconoscendone l’importanza per la società umana, il mondo del lavoro deve organizzarsi per porla al centro del proprio operare i bisogni della famiglia. I governi, a propria volta, dovranno mettere a punto politiche pubbliche, anche secondo il principio di sussidiarietà, con programmi di assistenza soprattutto rivolti al sostegno di famiglie in difficoltà o divise».
«Processi liberi e democratici politici ed economici sono possibili soltanto dove la fabbrica sociale è forte e la sfera pubblica e civile richiede e tutela i valori umani basici, promuovendo il bene comune e creando le condizioni affinché le famiglie possano costituirsi e svilupparsi. Come sosteneva già Alexis de Tocqueville, “una moderna democrazia necessita di una famiglia solida e stabile”. La famiglia costruisce relazioni sociali forti, è generatrice del capitale sociale primario ed è creatrice di fabbrica del “benessere delle nazioni”». La famiglia, in quanto “organismo vivente”, «costituisce il primo strumento di umanizzazione delle persone e della vita sociale».


20 March, 2013

FNC a Fermo per l’ incontro della giornata mondiale diocesana della gioventù
di - fnc


Il presidente e la sua famiglia saranno presenti alla giornata mondiale diocesana della gioventù a Fermo il 23 Marzo 2013.
Interverranno sulle tematiche relative alla trasmissione della fede ai figli, testimoniando la loro esperienza famigliare.
All'incontro interverrà S.E. Mons. Luigi Conti arcivescovo di Fermo.
Saranno inoltre presenti alcuni personaggi famosi: Barbara Capponi, giornalista di RAIUNO, Riccardo Scendoni, partecipante paraolimpiadi di Londra, e Andrea Lucchetta, ex-capitano Italia

Sono attesi più di mille giovani sabato 23 marzo a Fermo in occasione della Convocazione Diocesana delle Palme. L’evento, organizzato dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale Giovanile in collaborazione con la Vicaria di Fermo, è un appuntamento annuale che si svolge la settimana prima di Pasqua in una città della diocesi, una sorta di Giornata Diocesana della Gioventù in attesa di quella mondiale (GMG) che si terrà a luglio in Brasile con Papa Francesco. Sul tema di questo incontro planetario, tratto dal Vangelo di Matteo (“Andate e fate discepoli tutti i popoli”) si terrà anche la festa diocesana, in programma alle ore 15.00 al coperto nella nuova Piazza Sagrini (sarà inaugurata domenica 24 marzo dal Comune di Fermo), a cui sono stati invitati: Riccardo Scendoni (che ha partecipato alle ParaOlimpiadi di Londra 2012), Andrea Lucchetta, ex capitano della Nazionale di pallavolo, Gianni e Cristina Archetti (presidenti dell’Associazione Famiglie Cattoliche Numerose). Intervistati da Barbara Capponi, giornalista di Rai 1, daranno la loro testimonianza di fede ai giovani. Al termine degli interventi l’Arcivescovo di Fermo Mons. Luigi Conti esorterà il pubblico giovanile con un messaggio di speranza, impartirà la benedizione sulle Palme, sugli intervenuti e incaricherà i giovani di portarle nelle rispettive Parrocchie di provenienza.




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